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Eco-Ontologia – L’essere come relazione

Eco-Ontologia – L’essere come relazione

Eco-Ontologia – L’essere come relazione

15.00

Eco-Ontologia
L’essere come relazione

Stampato: 2018 – Apeiron
Pagine 218

L’ecologia ha mostrato l’intima dipendenza degli organismi tratteggiando catene trofiche e reciproci mutualismi, e oggi difficilmente si mettono in discussione le ripercussioni sistemiche provocate da ogni turbativa lungo un qualsiasi punto della filiera. Quello che tuttavia spesso viene equivocato è la complessità del rapporto intrattenuto nel fiume della vita: la sua forza è, parimenti, la sua vulnerabilità. D’altro canto l’ecologia ci chiede di andare oltre il mero aspetto descrittivo e di poter permeare la riflessione filosofica. Se vivere significa partecipare, non ha senso interpretare i predicati in maniera riflessiva, cioè attraverso un ripiegamento, perché ogni espressione dell’essere è sempre un oltrepassarsi attraverso le relazioni. L’ecologia della vita ci induce perciò ad abbandonare l’essenzialismo ontologico, come già il pensiero darwiniano ha posto sotto critica quello genealogico. Se spostiamo l’asse di lettura, la vita appare come un’onda che percorre i viventi, creando dimensioni esperienziali che non restano mai confinate nell’individuo. Gli organismi si manifestano, allora, più come soglie che come monadi chiuse in se stesse. Ed è sul principio coniugativo dell’ibridazione che si realizza il catalogo delle qualità, non nella clausura metabolica di un mondo autonomo. L’idea generale, che ci proviene dall’ibrido, è quella di un’entità che ha preso coscienza di una “ecologia ontologica”, vale a dire del passaggio da una concezione riflessiva dell’essere (cogito ergo sum) a una relazionale (dialogo ergo sum).

Eco-Ontologia – L’essere come relazione

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Eco-Ontologia – L’essere come relazione

Eco-Ontologia – L’essere come relazione

Le ali di un albatros parlano di termiche e di flussi d’aria, la forma di un delfino riprende i gradienti di viscosità dell’acqua, così le branchie di un pesce si aspettano un mondo liquido da setacciare e le dimensioni di un insetto testimoniano i livelli d’ossigeno nell’atmosfera. Passeggiare per le stanze di questo mondo significa incontrare sinfonie di rapporti, biomeccaniche aperte alla configurazione eteronoma, implicitamente bisognose di supplementi d’informazione per essere. Siamo figli di relazioni ricorsive e iterative che si ripetono in modo geometrico nella nostra carne: fibre muscolari appaiate a fasci nervosi, che il sentire ha il corrispettivo nel moto, flussi immunitari ed endocrini chiamati a neuromodulare, bypassando la sequenza lineare del network sinaptico, perché la conoscenza viaggia sempre su più binari, strade sensoriali che si riprogrammano sulla scorta di nuove urgenze di percezione. Solo attraverso la relazione la vita si manifesta.
– Roberto Marchesini –

Eco-Ontologia
L’essere come relazione

Stampato: 2018 – Apeiron
Pagine 218

L’ecologia ha mostrato l’intima dipendenza degli organismi tratteggiando catene trofiche e reciproci mutualismi, e oggi difficilmente si mettono in discussione le ripercussioni sistemiche provocate da ogni turbativa lungo un qualsiasi punto della filiera. Quello che tuttavia spesso viene equivocato è la complessità del rapporto intrattenuto nel fiume della vita: la sua forza è, parimenti, la sua vulnerabilità. D’altro canto l’ecologia ci chiede di andare oltre il mero aspetto descrittivo e di poter permeare la riflessione filosofica. Se vivere significa partecipare, non ha senso interpretare i predicati in maniera riflessiva, cioè attraverso un ripiegamento, perché ogni espressione dell’essere è sempre un oltrepassarsi attraverso le relazioni. L’ecologia della vita ci induce perciò ad abbandonare l’essenzialismo ontologico, come già il pensiero darwiniano ha posto sotto critica quello genealogico. Se spostiamo l’asse di lettura, la vita appare come un’onda che percorre i viventi, creando dimensioni esperienziali che non restano mai confinate nell’individuo. Gli organismi si manifestano, allora, più come soglie che come monadi chiuse in se stesse. Ed è sul principio coniugativo dell’ibridazione che si realizza il catalogo delle qualità, non nella clausura metabolica di un mondo autonomo. L’idea generale, che ci proviene dall’ibrido, è quella di un’entità che ha preso coscienza di una “ecologia ontologica”, vale a dire del passaggio da una concezione riflessiva dell’essere (cogito ergo sum) a una relazionale (dialogo ergo sum).

Peso 0.280 kg
Dimensioni 21 × 13.8 × 1 cm

Eco-Ontologia – L’essere come relazione

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