Alterità.
L’identità come relazione
Stampato: 2016 – Mucchi
Pagine: 189
Alterità. L’identità come relazione
Alterità. L’identità come relazione
Alterità. L’identità come relazione
Un pensiero che vive nell’accoglienza dell’alterità. Così si potrebbe definire l’approccio filosofico di Roberto Marchesini, una ricognizione a volo radente su uno dei temi centrali della nostra contemporaneità”.
Pensare le alterità significa cercare tra le pieghe di se stessi e misurare le coniugazioni, riflettere sulle distanze e sulle prospettive, sulle distorsioni che l’osservazione inevitabilmente compie, categorizzando e disgiungendo. Il volto dell’altro è mascherato dalle proiezioni egoiche che vi facciamo convergere, deteriorato come il ritratto di Dorian Gray, non riconoscibile, perché di fronte al suo sentire siamo troppo occupati ad ascoltarci. Le alterità ci sono accanto in infiniti mondi, entrano frattalicamente all’interno della nostra identità, che sembra frantumarsi e disperdersi nel continuum, ci appaiono nei sogni, come fantasmi dotati di una loro personalità, tali da trasformare la dimensione onirica in una seconda flessione del vivere. Le alterità sono il rimedio per salvare l’essere umano da quell’Io odioso e detestabile di pascaliana memoria, che non si accorge di annichilirsi nel momento stesso in cui impermeabilizza il suo mondo e si elegge a centro, ma altresì che trasforma gli altri in oggetti nel suo continuo bisogno di asservirli per fermentare la propria apparente presenza. Pensare le alterità significa pertanto seguire il seminario della metamorfosi e dell’eccentramento, abituarsi a cercare le ragioni dell’altro, a seguire da trapezista prospettiche che ci possono sembrare ardite o paradossali, ma che riguardano l’essere-altro, il divenire-altro, il farsi-altro. Nella consapevolezza della propria angustia.
Con una prefazione di Ubaldo Fadini
Illustrazione di copertina dell’artista Karin Andersen
Peso | 0.286 kg |
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Dimensioni | 21 × 14.8 × 1 cm |